Cos’è per te la sensibilità..?

La sensibilità?
Io credo che la sensibilità sia quella dote innata che ti permette davvero di fare la differenza. Intendo la differenza tra te e il gregge di caproni e caprette che prendono il tram ogni giorno e che salutano con le loro zampette i colleghi scimmioni che guidano auto appena laccate di nuovo e comprate a leasing. E certo che ne sono sicura, più sicura del fatto che io non porto gli sleep perché trovo la cosa molto anticonvenzionale e assicuro che non è anti igienico visto che le soluzioni per un’accurata igiene intima esistono anche in assenza di mutande. Anche per non portarle, ci vuole sensibilità.

La sensibilità è quella pasta e fagioli che sa di casa di nonna, quella con le cotiche e l’alloro; Quella che ti si piazza sullo stomaco per 17 ore ma che ti lascia ugualmente il sorriso stampato sul muso perché nello stomaco hai la madre di tua madre che ti ha amato fin dal primo giorno che ti sei affacciato alla finestra del sole senza neppure sapere come cazzo ti chiamavi.

sensibilità
 

 

 

 

 

 

 

La sensibilità e’ riuscire a capire uno sguardo di un amico completamente perso nel dubbio della disperazione senza nemmeno domandargli quel fottutissimo: “come va?”  (“Che cazzo glielo domandi a fare non lo so. Ha la morte in faccia. Non lo vedi ?” Insensibile.)

Parlo di quella stessa sensibilità che ti fa guardare un fiore e non ci vedi solo un fiore, ci vedi l’immenso. Il vuoto. Il tutto. L’inizio e la fine di una vita assurda che dà tutto e toglie anche più di quanto ti ha dato e solo perché, magari, quel giorno l’hai incontrata lungo il marciapiedi e aveva i coglioni rovesciati male. Ne sono certa.

La sensibilità è quella carezza fatta con il solito fiato senza però fare rumore e a chi non importa. Sensibilità è saper accarezzare senza nulla chiedere e aspettare. Qui tutti trombano senza carezze. La carezza non orgasma, interessa poco. Si perde tempo. Meglio metterlo dentro e alla svelta.

La sensibilità è attraversare il buio senza accendere la luce. Fede? certamente. In chi? Non importa. Importante è avere la certezza che esiste qualcosa di più grande di noi, tralasciando l’arroganza di essere il buco del culo del mondo con la pretesa che tutto debba passare da noi.

La sensibilità è saper ascoltare il rantolio di un vecchio che ha perso il suo bastone in mezzo all’esplosione assordante di una bomba atomica e saperlo aiutare senza preoccuparsi di doversi confessare prima di schiattare.

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La sensibilità è una femmina che mette davanti alla donna il suo essere madre, rinunciando ai suoi desideri per dare al proprio figlio una possibilità di felicità e 4 soldi su un conto corrente postale perché senza soldi c’è solo la fame.

La sensibilità è domandarsi cosa pensano gli altri, come stanno, cosa vogliono, cosa si aspettano, dove cazzo vanno a cagare quando si fottono di paura. E’ mettersi le scarpe della gente per comprendere come fa a camminare con i buchi nelle suole mentre l’acqua piove bagnata invocando qualche maledizione sulla sua generazione perché se ne fotte del buco dell’ozono.

La sensibilità è una responsabilità. Ci vuole amore e l’amore pesa.

La sensibilità è un dono che dono non è perché si paga, tanto e per tutta la vita.

 

Chiarasandra Trevisan

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